Guida giuridico – fiscale al MCG (marchio collettivo geografico) nel settore vitivinicolo
La valorizzazione del marchio collettivo nel settore dei vini è un Business in progressiva crescita per la primaria importanza assunta a livello di marketing e sotto il profilo della tutela rafforzata dei consumatori rispetto alle peculiari caratteristiche dei relativi prodotti. Si tratta quindi di una tematica in primo piano per le PMI (piccole e medie imprese), per le associazioni di categoria, i consorzi e tutti gli altri operatori del settore vitivinicolo che puntano sul Made in Italy . Illustriamo una guida pratica utile a comprendere i vantaggi di questo innovativo Brand, come fare per crearlo e i fortissimi sgravi fiscali riservati alle imprese che investono in ricerca e innovazione del MCG.
Guida commerciale - giuridico - fiscale al marchio collettivo nel comparto enogastronomico
Gli operatori del comparto enogastronomico sono sempre più consapevoli che, scegliendo un marchio collettivo, l’insostituibile valore aggiunto che tale Brand celebra per la bandiera tricolore sul mercato mondiale attraverso l’ 'aggregazione di un panel qualificato di produttori italiani del settore, è la chiave per un Business stratosferico di successo ed un intelligente rimedio contro la contraffazione e l' “Italian sounding”. E’ stato questo il tema centrale della conferenza Stampa svoltasi lo scorso 19 gennaio alla Camera dei Deputati che ha svelato la strategia vincente per valorizzare il Made in Italy nel settore agroalimentare, vitivinicolo ed enogastronomico. Vediamo più da vicino come e perchè.
Guida al marchio collettivo per aziende turistiche 2017
Non tutte le aziende turistiche sanno che le strutture ricettive possono contare su un’ “etichetta top” sul mercato: il marchio collettivo. Trattasi in sintesi di un brand di “qualità ambientale” che garantisce origine, natura e qualità dei propri prodotti o servizi, ponendosi come presupposto fondamentale per creare un business di affari enorme e promuovere il sistema turistico provinciale anche a livello internazionale. Vediamo più da vicino quali sono i vantaggi commerciali e fiscali ottenibili da un’azienda turistica che decide di registrare un marchio collettivo.
Guida al marchio collettivo per le aziende di make up e cosmetici
Non tutti sanno che l’Italia è leader per la produzione di make up e cosmetica, provenendo oltre il 60% dei trucchi utilizzati dalle donne di tutto il mondo da fabbriche nazionali che vendono poi i prodotti ai marchi più conosciuti nella platea mondiale. L'’industria italiana riesce da sola a far girare 144 miliardi di euro considerando il markup, cioè il ricarico, delle case di cosmesi, dei rivenditori e delle profumerie ma è tuttavia un’eccellenza “silenziosa” . Le griffe francesi americane e giapponesi più note a livello universale, affidano con la massima fiducia la produzione di trucchi, creme e smalti alle imprese italiane, oltre alla progettazione di formule innovative. E se la potenzialità delle aziende italiane nel settore make up e cosmetica potessero venire allo scoperto, indossando un potente e strategico Brand “di proprietà”? La soluzione perfetta è assolutamente il marchio collettivo che, in combinazione con i bonus fiscali del Patent Box assicurerebbe un Business perfetto per questo settore così richiesto sul mercato mondiale. Ecco la guida pratica con interessanti spunti per un Business Plan di successo!
Guida al marchio collettivo e Patent Box nel settore moda 2017
Il marchio collettivo e il settore fashion si sposano perfettamente nello scenario di un mercato differenziato e di qualità. Trattasi di un Brand, disciplinato dagli art 11 CPI e 2570 cc, che attesta la qualità e l’affidabilità di un prodotto realizzato e venduto nel rispetto di elevati standards produttivi, secondo criteri selezionati e garantiti di di eccellenza, soprattutto per il settore tessile. Guardiamo più da vicino quali sono i vantaggi di questo straordinario marchio e le agevolazioni fiscali ottenibili attraverso l'analisi di un caso pratico.
Guida giuridico-fiscale alle operazioni di Lease Back dei marchi d'impresa e collettivi e analisi della convenienza finanziaria, tributaria e contabile
Un marchio collettivo (o anche un marchio d'impresa) può essere “monetizzato” con il Lease Back? Con questa guida operativa analizziamo come funziona la “locazione finanziaria di ritorno” di un Brand, i vantaggi economici e finanziari che ne derivano, come si conclude materialmente dal punto di vista giuridico - contrattuale e quando è lecita un'operazione di lease-back avente ad oggetto PI ( Intellectual Property), nello specifico un marchio collettivo.
Guida alla registrazione del marchio collettivo: tutela, vantaggi, costi, regolamento d'uso e marchio collettivo UE
Analogamente agli altri tipi di marchio, ma in primis per il marchio collettivo, assume rilevanza fondamentale ai fini di un suo proficuo sfruttamento economico e per godere dei benefits fiscali, la sua registrazione presso l'UIBM (ufficio italiano brevetti e marchi), in mancanza della quale si rischierebbe di compromettere totalmente gli investimenti fatti per promuovere il brand. Con questa guida pratica, illustriamo in sintesi la tutela conseguente alla registrazione, i vantaggi di natura commerciale e tributaria e i costi previsti.
Guida giuridico-tributaria all'affrancamento dei marchi nelle operazioni straordinarie 2017
I regimi opzionali di affrancamento consentono in pratica di riassorbire le divergenze generate dalle operazioni di M&A (abbreviazione di Mergers and Acquisition cioè fusioni e acquisizioni societarie), tra valori fiscali e contabili, quindi di livellare quel “doppio binario” prodotto dalla fisiologica differenza tra il “regime” civilistico/contabile da un lato e quello fiscale dall'altro, quest'ultimo fondato sull'irrilevanza dei valori iscritti contabilmente. Il nostro ordinamento tributario prevede due distinti regimi opzionali che consentono alla società avente causa (incorporante, beneficiaria o conferitaria) di riconoscere fiscalmente (riallineandoli) i maggiori valori iscritti in bilancio nell’ambito delle operazioni straordinarie, eliminando o riducendo il disallineamento con i valori civilistici, previo versamento di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell’IRAP. Esaminiamo quale regime risulta più conveniente in caso di marchi e avviamento, la novità dell'ammortamento “abbreviato” e l'incidenza dell'affrancamento sul calcolo dei bonus fiscali del Patent Box.
Guida giuridico-tributaria alle agevolazioni sui beni immateriali “intangible asset” (dal marchio collettivo ai nomi a dominio) ed al regime del Patent Box
Nell'ambito del “Patent Box”, opzione fiscale agevolativa per i redditi derivanti dall'utilizzo degli intangible assets, che consente di detassare al 50% le royalty e le plusvalenze da cessione dei marchi, brevetti, know how e altri beni immateriali inclusi, è espressamente previsto che, in caso di operazioni straordinarie, fiscalmente neutre, il soggetto avente causa subentri al soggetto dante causa nell’esercizio dell’opzione “ereditando” la stessa quanto a durata e costi. Vediamo perché le operazioni straordinarie di m & a semplificano e ottimizzano l'agevolazione fiscale e analizziamo il trattamento dei maggiori valori scritti in sede di operazioni straordinarie ai fini del “nexus ratio” che condiziona l'entità effettiva dello sgravio fiscale.
Guida giuridico-tributaria alle agevolazioni sui beni immateriali “intangible asset” (dal marchio collettivo ai nomi a dominio) ed al regime del Patent Box
Un'impresa che necessita di tutelare legalmente il proprio marchio, come potrà conseguire un risparmio lecito d'imposta sulle somme incassate e titolo di risarcimento danni da contraffazione per evitare che le stesse pesino sul Bilancio? Come tali entrate potrebbero godere di un vantaggioso bonus fiscale che consente di detassarle?